Come dice il profeta... non c'è gatto più riuscito di un gatto mancato!

giovedì 13 settembre 2007

Gone With the wind


Goccia è volata via. Dopo tante prove nel prato, dopo tanti tentativi di convincerla a lasciarci, quando già stavamo pensando a come coordinare un appartamento di Milano con tre gatti e un passerotto, un pomeriggio ha sentito cinguettare altri passerotti e li ha seguiti uscendo dalla finestra. Ci è dispiaciuto non poterla "salutare" con una cerimonia degna dell'impegno e dell'affetto che tutti, ma soprattutto Irene, ci avevamo messo in questi quarantasette giorni di convivenza, ma siamo contenti di sapere che ha trovato tanti nuovi amici e che sta bene. Ire l'ha vista sopra la betulla dietro la despar di Cogne... o così ci piace credere. Se passate da quelle parti, lasciatele qualche briciola del vostro panino, grazie!

4 commenti:

lapis ha detto...

Ho letto la storia di goccia e ho pensato che vi potrebbe far piacere questa storia, molto simili che era accaduta ai miei vicini di casa, dove abitavo prima, vicino alle saline. L'avevo scritta e poi accorciata molto per pubblicarla nella mia rubrichetta sui quotidiani epolis. Questa è la versione lunga.

Spero vi piaccia.
Ciao,
Lapis


LA STORIA DELLA BAMBINA E DELLA RONDINE DI MARE.

2590 battute
Questa è una di quelle storie vere, ma troppo perfette per raccontarle. Comincia con un uomo che fa jogging alle saline. Ogni giorno macina chilometri fra i cespi di giunco e quelli di salicornia, sugli argini che tagliano gli specchi d’acqua rossa. Intorno volano e vivono uccelli di ogni tipo: dai fenicotteri alle minuscole ballerine bianche. Quel giorno qualcosa attira la sua attenzione: un pulcino, piccolo, piumoso con il becco da gabbiano. Perso. Niente fratelli, niente nido, niente genitori. Tempo un’ora e sarà colazione per i gheppi. Non si fa, lo sa, ma lo raccoglie. Attraversa le saline, supera la linea dei palazzoni sulla riva e torna a casa. Il pulcino ha bisogno di cure, lo affida a sua figlia, undici anni, difficile dire fra lei e il pulcino chi è più cucciolo. La identificano insieme con la vicina di casa e il suo libro di birdwatching: è una sterna, una rondine di mare, sono gli acrobati del cielo, da grande avrà la sagoma di una rondine con il color neve da gabbiano, e sugli occhi una vezzosa mascherina nera da Zorro. La chiamano “Sale” per ovvi motivi. La bambina, la mamma e il babbo accudiscono la piccola: ogni tre ore esatte la imboccano di pezzetti di pesce fresco, poi le insegnano a nuotare e perfino a pescare nella vasca da bagno. La sterna cresce in fretta: diventa candida, bellissima. È grande quasi come una tortora, ma ha zampe minuscole e lunghe ali a freccia. Vorrebbe seguire ovunque la bambina, ma si muove come può. Non è fatta per stare a terra, in casa le ali e la coda la impacciano, è come un jet in un ingorgo in città. Allora le insegnano a volare. La piccola rondine di mare adora la bambina, basta che il babbo la tenga in mano a qualche metro di distanza perché si lanci a raggiungerla. Un tentativo catastrofico, uno goffo, infine uno elegante. La sterna sa volare. Un giorno accade l’inevitabile. Sale punta una finestra aperta, scivola sull’aria fuori dalla casa e si lancia nel mondo. In un attimo sparisce. Per la bambina è un dramma, la cercano ma è un compito impossibile. Chissà se è riuscita a superare la barriera di palazzoni e ad arrivare alle saline, e poi al mare. Chissà se ha imparato abbastanza da sopravvivere in quel mondo feroce. Lì ci sono le altre, c’è il cibo, ma c’è il falco. Ora sono passati anni, resta solo questa storia, e qualche foto. Oggi, se tutto è andato bene, nel cielo sulle saline fanno le capriole i discendenti della piccola sterna. La bambina è grande. Adesso lo sa, lo ha capito. C’è un momento in cui, anche se non hai ancora imparato tutto, devi trovare il coraggio di prendere il volo.

g ha detto...

...grazie, Lapis, ci fai ridere sempre, e invece questa volta ci hai fatto piangere!

Anonimo ha detto...

Io ci riprovo.
sono il solito lapis, ma Scelgo come identità anonimo.

Il commento, ormai l'ho scritto tante volte e poi me lo sparisce a tradimento, è questo:

Grazie, di aver apprezzatro la storia di Sale. Raccontar storie, e suscitare emozioni è una delle cose più belle che possono capitare.

Una aggiunta: se mai passaste da Cagliari, entrambe le mamme di Goccia, andate a vedere lo stagno e le saline.
I miei luoghi del cuore, si dice così.

Io posso descrivervi le acrobazie delle sterne, i cormorani fermi ad ali spiegate sugli argini ad asciugarsi, i fenicotteri che covano, il falco che gira su tutto questo. Posso descriverlo, ma non rende. Se avete provato una volta a instaurare un rapporto con qualcuno che ha le ali tutto questo lo dovete vedere. Ci vuole un binocolo, un po' di pazienza e aver voglia di sporcarsi.

Vale la pena.
Un lapis birdwatcher

Anonimo ha detto...

Sempre Lapis, anche se mi segno come anonimo per evitare le forche caudine delle password implacabili.

Volevo dire alle due mamme di Goccia: quando mi nasce un nipotino, o il figlio di un amico, per tradizione gli scrivo una filastrocca di benvenuto.
Per la classica coincidenza cosmica la filastrocca per una quasinipotina, di nome Irene è di argomento attinente ai pennuti in genere, e alle penne in particolare.

Se mai lo desideraste, e con l'ovvio avvertimento ve la giro.
Esiste anche una versione impaginata di cui sono particolarmente fiero, in formato .pdf, ma non la si può incollare in un commento ed è pure piuttosto pesante.




Un Lapis che spera, con questo messaggio, di non essere troppo indiscreto.