
È un esercizio che sarebbe piaciuto molto a Borges: commentare le notizie prima che i fatti avvengano. O che siano stati accertati, che per uno strumento di informazione è lo stesso. “Sparatoria tra ultras” e tutti i salotti domenicali si indignano, perdonano, giustificano, sociolizzano…”No, è stato un agente” e si tira fuori il repertorio del G8, si fa a gara per un collegamento con Agnoletto, ci si indigna, si perdona, si giustifica si sociolizza a man bassa. Qualsiasi evento, o il suo esatto contrario è sintomatico del clima (drammatico). Ho in mente un commento su un opera ed un autore inesistenti, inventati di sana pianta, ma analizzati, e criticati polemicamente, con riferimenti ad opere precedenti e a corrispondenze con autori minori dal mio amico (immaginario!) Jorge Luis. Perché in effetti, se si ha un’idea nel cuore, poi si arriva a piegare i fatti della realtà pur di trovarne una rappresentazione adeguata. Allora meglio inventare completamente fatti luoghi nomi e persone, e opinioni contrarie alle proprie, anche ben articolate in apparenza, ma più deboli, per poterle confutare senza troppa fatica. Quello sì sarebbe un bel divertissement: il massimo della decadenza, il gioco della critica ai mondi inventati. Ma non sarebbe telegenico…